Il senso sociale del noi

Non siamo poi così tanto diversi dalle orche, o forse sì, lo siamo.

Secondo la neuroscienziata Lori Marino, esperta in comportamento animale, (https://whalesanctuaryproject.org/people/lori-marino/ ) il proprio senso di sé, del singolo animale, sarebbe distribuito fra i membri del proprio pod ( il gruppo di orche appartenenti alla stessa famiglia a discendenza matriarcale).

A ben vedere, il fatto gli esemplari maschi di orca, una volta conclusosi l’accoppiamento con una femmina di un altro pod, ritornino dalla loro famiglia di origine, la dice lunga sul senso di appartenenza e forte attaccamento che contraddistingue questo animale così misterioso e affascinante.

Per le orche, la famiglia è tutto. La loro cultura, il loro linguaggio, così come le tecniche di caccia, esistono solo grazie al cammino condiviso che portano avanti una vita intera. Un’orca non si separa mai dal suo gruppo e se questo avviene, come spesso succede a coloro che soffrono della sindrome più bella e fugace della vita di ognuno, la spavalderia giovanile, ecco allora entrare in gioco quello strumento potentissimo chiamato geolocalizzazione -ve ne parlo un’altra volta che oggi sono di fretta!

Succede però, o forse sarebbe meglio parlare al passato, che anche le orche si perdano e rimangano indietro, senza potersi mai più ricongiungere alla propria famiglia.

Il caso di Luna, infatti, è stato il più famoso a finire sulle pagine di cronaca americana e canadese, attorno ai primi anni duemila.

Un esemplare di orca maschio, identificato dai biologi come L-98, adottato dagli abitanti del Nootka Sound, una remota valle fluviale invasa dalle fredde acque del Pacifico, facente parte dell’isola di Vancouver (British Columbia), questo animale si perse e rimase sempre nelle vicinanze di quel fiordo, stringendo un rapporto quasi simbiotico con le persone del posto.

Vi ho incuriosito? Peggio per voi, mannaggia al tempo che stringe!
Nel frattempo, vi lascio un paio di cose interessanti: https://en.wikipedia.org/wiki/Luna_(orca)

Sopra, il link alla pagina Wikipedia che racconta la storia senza precedenti di quest’orca. Inoltre, vorrei incuriosirvi ancora con un piccolo particolare.

Mi sono imbattuta nella storia di questo animale, come sempre succede, per caso, due anni fa, guardando qui e là per la rete. Ho scoperto un documentario in inglese con la voce narrante di Ryan Reynolds. L’ho guardato alla nausea, quel documentario. Sapevo ogni fotogramma a memoria. Si intitola The Whale, il documentario -da non confondere con il film uscito nelle sale l’anno scorso, di tutt’altro argomento, quello con Brendan Fraser, per intenderci.

Bene, dopo qualche mese il documentario è sparito da Youtube, nowhere to be found.

Qualcuno sa dirmi come mai Youtube rimuova video dalla rete, soprattutto senza prima avvisarmi?

E ancora più importante, se qualcuno conoscesse il modo per reperire questo documentario, possibilmente con la narrazione in inglese -in spagnolo già l’ho trovato, ma non mi va particolarmente a genio, gliene sarei molto grata.

Alla prossima, bella gente!

Disclaimer: questo articolo può contenere tracce di errori di battitura. Chiedo venia in anticipo.

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